Senza illusioni

Non facciamoci illusioni. Il Sindaco che verrà non avrà la bacchetta magica per risolvere i problemi di Genova, acuiti dalla crisi planetaria.

La campagna elettorale è stata sottotono, appesantita da eventi nazionali che non mancheranno di condizionare il voto, che risentirà inoltre di scoramento, rabbia, delusione, scetticismo, disistima di politici e burocrati lontani anni luce dalla realtà.

Illusioni e no
Senza farsi illusioni (Canva) Stedo.it

Siamo in un antro buio e non vediamo la luce di fine tunnel, stante il malessere del sistema. Nel nostro paese le maggioranze designate dagli elettori implodono per risse, liti e diatribe al loro interno piuttosto che per capacità dell’opposizione di sconfiggerle con proposte politiche alternative e convincenti.

Per cui si possono anche cambiare gli uomini ma il sistema resta uguale. In tale pesante contesto il futuro Sindaco dovrà avere molto coraggio, saper decidere con buon senso anche a costo di scontrarsi con la sua coalizione e con i potentati quasi sempre ereditieri della città, che cercano di affossare l’avversario emergente piuttosto che accettare la competizione. Il nostro giornale, libero e coraggioso, per quello che conta (e non è pochissimo) sarà accanto a chi ascolterà i cittadini e non farà passare la protesta come voce di un’esigua minoranza quando, invece, è corale, imponendo la volontà di interessi superiori.

E basta con delibere insulse come le targhe alterne o le blu area. Genova ha altri problemi, primo su tutti il rischio alluvionale, tema assente da questa campagna elettorale nonostante la tragedia dello scorso autunno, mentre si è disquisito a lungo di massimi sistemi. Chi salirà al vertice di Tursi incentivi la piccola iniziativa privata, da sempre forza economica primaria della città, come il Porto. Solo chi rischia e si ingegna per produrre reddito crea posti di lavoro, che non nascono per decreto legge come pensano i professori, e risorse per pagare pensioni e servizi sociali.

Un buon esempio lo ha dato il nostro Centro Ovest, dove si è lavorato con passione e non per soldi, in onesto confronto maggioranza – opposizione, con poche note stonate e, spesso,
tutti d’accordo per il bene di San Pier d’Arena.

Dino Frambat

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