Il confine a levante di Sampierdarena era costituito dalla collina di San Benigno, poi abbattuta per dare vita alla ‘Grande Genova’.
La delegazione comincia, quindi, al termine di Via Milano, dove la strada si biforca, creando due larghe strade: una a ridosso del mare, Via di Francia, e l’altra che sale, Via Cantore.
Via di Francia, fino a qualche anno fa, ospitava piccole officine meccaniche ed aziende di trasporto, mentre in questi ultimi anni ha acquisito un’importanza notevole quale centro nevralgico delle attività imprenditoriali pubbliche e private dell’intera città. All’inizio di questa strada sorge il “Matitone”(nella foto a fianco), che, dopo essere stato per diversi anni sede d’importanti aziende nazionali, presto diventerà il distaccamento principale degli uffici comunali.
Poco più avanti si trova il “complesso di San Benigno”, dove spicca per la sua caratteristica architettura innovativa il “World Trade Center” (nella foto ad inizio pagina) che può essere considerato uno dei maggiori centri direzionali di tutta Italia. Alle spalle di questo modernissimo polo si trovano Via Balleydier e l’ultimo tratto di Via De Marini, che facevano parte dell’antico e popoloso quartiere della Coscia. In questi ultimi tempi, le ruspe hanno lavorato alacremente per cancellare questo passato e dei vecchi palazzi ne resta in piedi uno soltanto che, presto, sarà abbattuto per permettere l’allargamento del centro di San Benigno.
Da Via Balleydier, proseguendo verso ponente, s’incontra Via Pietro Chiesa
Pietro Chiesa, fu il primo deputato socialista eletto in Liguria nel 1897. Nativo di Casale, si trasferì giovanissimo nell’allora industriosa Sampierdarena e, aderendo alla “Società Operaia Universale”, divenne un convinto assertore delle rivendicazioni della classe operaia.
Questa via era considerata la strada dei “docks”, perché lì sorgevano numerosi magazzini dove erano stipate le merci scaricate sui moli del porto e, ancora oggi, Via Pietro Chiesa è sede dello storico “Circolo dei Carbonai”(nella foto d’inizio 900), che deve il suo nome non ai celebri cospiratori del Risorgimento, ma al fatto che i soci erano tutti scaricatori di carbone.
Via di Francia e Via Pietro Chiesa terminano sfociando in Piazza Barabino: Nicolò Barabino, nacque a Sampierdarena nel 1832. Giovanissimo fu costretto ad abbandonare la scuola per aiutare il padre nella sua attività di sarto. Dimostrò precocemente indubbie qualità nel campo della pittura e il padre decise d’iscriverlo, a dodici anni, all’Accademia Ligustica di Belle Arti. Le sue grandi capacità vennero da subito apprezzate e a venticinque anni dipinse il sipario del teatro “Gustavo Modena”, l’Apoteosi dell’Ariosto, una tela di 140 metri quadri popolata da più di cento personaggi a grandezza naturale. Dopo poco, si trasferì a Firenze, continuando a mantenere uno stretto legame con la sua città natale dove tornò ogni anno per le vacanze estive. Fu un pittore molto prolifico: tra le sue opere vanno ricordate l’affresco del soffitto del Teatro Carlo Felice di Genova e la stupenda tela della Madonna degli Ulivi, conservata nella chiesa di Santa Maria della Cella. Morì a Firenze il 19 Ottobre 1891.
Piazza Barabino era anticamente denominata Piazza Bovio (nella foto) ed era considerata uno dei “salotti buoni” di Sampierdarena. Lì si trovavano eleganti “caffè” e splendidi negozi prospicienti le spiagge che erano situate nell’attuale zona di Via Sampierdarena e Lungomare Canepa.