Eugenio Montale
Nasce a Genova nel 1896 e nell'ambiente ligure, passando lunghi periodi a
Monterosso nelle Cinque Terre, trascorre la sua giovinezza. Da questo paesaggio
(l'arsura del meriggio, la salsedine, l'agave) derivano immagini ricorrenti
nella sua prima raccolta di versi, Ossi di seppia, pubblicata a Torino
nel 1925. Nel 1927 si trasferisce a Firenze dove, nel 1929, diventa direttore
del Gabinetto Viesseux, incarico da cui fu destituito nel 1938 per non aver
accettato di aderire al fascismo. Nel periodo fiorentino pubblica la raccolta Le
occasioni (1938) e si dedica alle traduzioni poi raccolte, nel 1948, in Quaderno
di traduzioni.
Dopo la guerra entra nella redazione del Corriere della Sera. Nel '56 esce La bufera ed altro, dove la storia entra nel suo messaggio poetico, e la raccolta di brevi prose autobiografiche intitolata Farfalla di Dinard. La sua attivitą poetica ha un periodo d'interruzione, ma riprende in occasione della morte della moglie, nel 1966, con i versi di Xenia, poi confluiti in Satura nel 1971.
La sua produzione, che sviluppa una coerente e risentita ricerca dell'autentico dalla consapevolezza del male di vivere, e l'illusione di una speranza da occasionali "incontri", segna uno dei momenti pił alti della poesia novecentesca. Nel 1975 riceve il premio Nobel per la letteratura e in quell'occasione presenta il memorabile discorso E' ancora possibile la poesia? Muore a Milano il 12 Settembre 1981.