Francesco Guccini
Nasce
a Modena il 14 Giugno 1940, anche se dopo alcuni mesi si trasferisce (o meglio, come dice lui stesso, viene portato) a Pavana, in
provincia di Pistoia, nella casa dei nonni paterni. La sua è
la tipica storia del cantautore poeta. Fino alla fine degli anni
Sessanta compone canzoni per altri, alcune divennero celebri grazie
all'Equipe 84 (Auschwitz) e ai
Nomadi (Dio è morto e Noi
non ci saremo). Il suo primo album è del 1967,
intitolato Folk beat n° 1, decisamente ispirato
dal folk americano, da Bob Dylan e da Georges Brassens.
Guccini, fino al 1985 insegna italiano al Dickinson College di Bologna, ma nel frattempo continua l'attività di cantautore, che nel giro di pochi anni lo porta alla notorietà. La particolarità della sua poesia sta nel riuscire a fondere la sua cultura con la semplicità di un cantastorie da osteria. Il suo amore per l'America e per la sua terra, l'Appennino tosco-emiliano, sono fra i temi dominanti della sua poesia, così come la lotta sociale, che lo vede apertamente schierato politicamente nella sinistra libertaria.
Fra i suoi dischi più conosciuti e più apprezzati è giusto ricordare: Radici, Stanze di vita quotidiana, Metropolis, Via Paolo Fabbri 43 e D'amore, di morte e altre sciocchezze.
Si è dedicato anche alla prosa scritta con il libro: Croniche Epafaniche.