Fabrizio De Andrè
Nasce
a Genova 1940. Giunge al successo con molta gradualità, anche
per il suo carattere riservato e la scarsa propensione alle
esibizioni pubbliche. Negli anni Sessanta propone la sua poetica con
canzoni poi divenute storiche come La canzone di
Marinella (1962), La guerra di Piero (1963),
Via del campo (1967) e Bocca di rosa
(1967). Per la sua formazione musicale hanno molta importanza
cantautori di fama internazionale come Leonard Cohen, Georges
Brassens e Bob Dylan, di cui traduce anche alcune canzoni. Nelle sue
ballate si trova una costante attenzione per i problemi sociali ed un
innegabile impegno politico. De Andrè tocca grandi temi
scavando nella storia e nell'anima dei singoli, e raccontando storie
di contraddizioni, passioni e sconfitte dà voce ai mille volti
della sofferenza.
Significativi della sua opera sono gli album
La buona novella (1970), rivisitazione della storia di
Gesù attraverso i vangeli apocrifi, e Non al danaro non
all'amore né al cielo (1971), ispirata a L'antologia di
Spoon River di Edgar Lee Masters
e Storia di un impiegato (1973). La sua produzione
successiva è abbondante, ma non per questo meno importante.
Vanno ricordati al proposito gli album Rimini (1978),
Creuza de mä e Le Nuvole (entrambi
del 1990, i due album si pongono come un felice recupero dei dialetti
genovese, sardo e napoletano), e Anime salve (1996).
Per chiudere, poco prima della sua morte immatura, con la raccolta
M'innamoravo di tutto (1998).
Muore a Milano nel Gennaio del 1999.