Elenco
dei capitoli

XII secolo

XIII secolo

Lamba Doria

XIV secolo

XVe XVI secolo

Andrea D'Oria

Andrea D'Oria
e Carlo V

Andrea D'Oria
e il Barbarossa

La congiura
dei Fieschi

Andrea D'Oria
padre
della Patria

XVII, XVIII
e XIX secolo

I Doria nel mondo

Testi a cura di Stefano D'Oria
e Sara Gadducci

 

La famiglia Doria

Quando si nominano i vari personaggi della famiglia, è a volte usata la grafia D’Oria, con l’apostrofo, altre senza, cioè Doria. Questa differenza è dovuta al fatto che, nel corso dei secoli, gli storici, scrivendo del nobile casato, non sempre hanno rispettato l’esatta etimologia del cognome, che deriva dal latino “De Auria”, ad indicare la discendenza da Oria, capostipite della stirpe. Ad aumentare tale confusione ha contribuito anche la non sempre corretta iscrizione nei libri anagrafici dei discendenti: diversi rami della famiglia hanno, così, perso l’uso dell’apostrofo nel cognome.

Anche noi, adottando la scelta degli storici del passato, useremo il cognome Doria per i membri della famiglia, mantenendo l’apostrofo solo per il “Principe” Andrea D’Oria così come è stato sempre tramandato.

La famiglia Doria è senza alcun dubbio una delle più antiche e celebri della storia di Genova. La figura di maggior importanza è Andrea D’Oria, ma altri personaggi di questa famiglia, nel corso dei secoli, hanno lasciato una precisa impronta negli eventi della Repubblica genovese.

Nelle “Istorie Genovesi” di Paolo Interiano del 1551, l’autore parlando dell’incremento urbanistico avvenuto a partire dal 1134, accenna all’accrescimento dell’ottava Compagna sotto il consolato di Ansaldo Doria, che fu inoltre ambasciatore presso il re di Sicilia e comandante della flotta genovese nella presa d’Almeria (1147) e di Tortosa (1148). Nominando il casato Doria, l’Interiano risale all’origine della “chiarissima stirpe”, precisando come Ansaldo “essendo d’una madonna Oria di quei della Volta, che oggi sono Cattaneo uscito, il cui marito, per nome Arduino, dei Conti di Narbona”. Anche il Giustiniani riferendosi ad Ansaldo Doria “che mise ceppo al nobile casato”, precisa l’origine della famiglia “ne li visconti o sia nei conti di Nùarbona, e dicono che un di quelli volendo peregrinare in Jerusalem venne in Genova; e non sanno però il tempo determinato. Ed albergò in casa di una gentildonna, vedova della famiglia di quelli della Volta i quali poi furono nominati Cattaneo; e infermossi il gentiluomo in casa della vedova gravemente, e nella infermità fu servito con gran carità e molto umanamente sia dalla vedova sia da due sue figliole, una delle quali era nominata Orizia o sia Oria. Al ritorno poi che fece il gentiluomo sopradetto che si nominava Arduino, albergò di ritorno secondo il costume francese in casa della predetta vedova, e si maritò con Oria soprannominata. E andò in Narbona, e ottenne la porzione delle paterne sostanze, dopo tre anni ritornò in Genova e abitò in la regione, che oggi è nominata porta Oria, che a quel tempo era fuori città. E campò in quella contrada con gran spazio di terreno e vi fabbricò gran numero di case, forse più di duecento, come dicono gli antichi di casa D’Oria, le quali case per lungo tempo han pagato livello ai Nobili D’Oria. Ed Arduino dalla moglie ebbe quattro figlioli i quali universalmente erano chiamati figlioli d’Oria, ed uno di loro fu nominato Ansaldo, il quale come ho detto di sopra, è questo di cui parlano gli annali”.

L’ascesa della famiglia coincise con l’affermazione coloniale e marittima di Genova e ad esprimere la potenza raggiunta, è significativo lo stemma che i Doria resero comune a tutti i rami, nel XIV secolo, in onore di Arrigo VII: “Troncato d’oro e d’argento, all’aquila al volo spiegato di nero, imbeccata e membrata di rosso, coronata d’oro posto sul tutto. Cimiero: l’aquila uscente a volo spiegato. Loro motto: Altinora peto”.